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Diébédo Francis Kéré

Burkina Faso / Germania

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Diébédo Francis Kéré è nato nel Burkina Faso nel 1965, figlio primogenito del capo del villaggio di Gando. Compiuto l’apprendistato di carpentiere, inizia a lavorare nella capitale Ouagadougou, partecipando come docente a corsi di formazione professionale organizzati con il sostegno del Bundesministerium für wirtschaftliche Zusammenarbeit und Entwicklung della Repubblica federale tedesca. Nel 1990, grazie a una borsa di studio, si trasferisce a Berlino, dove compie gli studi secondari e nel 1995 si iscrive alla Facoltà di architettura della Technische Universität, presso la quale si laurea nel 2004.

La sua attività di architetto prende avvio già durante gli studi. Nel 1998 costituisce l’associazione “Schulbausteine für Gando”, grazie alla quale raccoglie fondi per la costruzione di una nuova scuola primaria nel proprio villaggio natale. L’edificio è concepito in modo tale da garantire un’efficace ventilazione naturale degli ambienti, generata dalla combinazione di un involucro massivo realizzato in mattoni di terra cruda (con elementi di cemento armato) e provvisto di ampie finestre e volte con spiragli di aerazione, e di una seconda copertura metallica molto ampia, che produce ombra e ripara l’edificio durante la stagione delle piogge. Le tecniche costruttive sono adeguate alle risorse locali e mirano a valorizzare le competenze tecniche della manodopera locale, coinvolgendo nel processo costruttivo l’intera popolazione del villaggio. La qualità dei nuovi spazi ha fatto sì che la scuola venisse frequentata da un numero sempre crescente di alunni, sollecitando dopo pochi anni la costruzione di nuove aule e di alloggi per i docenti.

La scuola elementare di Gando ha presto destato attenzione e riconoscimenti internazionali per la sua qualità e nel 2004 il suo autore è stato insignito dell’Aga Khan Award for Architecture, cui sono seguiti nel 2007 il Zumtobel Award for sustainable Architecture e nel 2009 il Global Award for Sustainable Architecture.

Dall’ottobre 2004 Diébédo Francis Kéré è docente alla Technische Universität di Berlino, e dal settembre 2005 titolare di uno studio a Berlino. La sua attività progettuale, benché incentrata nel Burkina Faso, non è circoscritta alla sua terra di origine, ma si estende al Mali (centro comunitario a Mopti, parco nazionale del Mali) allo Yemen (prototipo di edificio scolastico), all’India (scuola femminile a Dattigaon, 2009), e alle Canarie (Meeting point a Fuerteventura, progetto sviluppato nell’ambito della prima Biennale di Architettura, Arte e Paesaggio).

Il suo lavoro è stato presentato all’Expo di Zaragoza nella sezione “ZaragozaKyoto – Architectures for a sustainable planet”, al DAM – Deutsches Architecturmuseum di Francoforte e, recentemente, al MoMA di New York.

Vincitore

Seconda Edizione 2009-2010

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La giuria ha premiato all’unanimità Francis Kéré per “la singolare capacità di creare edifici che, pur profittando delle competenze tecniche apprese durante la formazione compiuta in Europa, sono saldamente radicati nella tradizione culturale e nel tessuto sociale del proprio paese di origine, il Burkina Faso, e sono l’esito di un intenso coinvolgimento delle comunità locali”. La giuria, presieduta dall’architetto Mario Botta, ha scelto all’unanimità l’opera di Kéré (rappresentata in questa occasione dall’ampliamento della scuola elementare e dalle residenze degli insegnanti a Gando e dalla scuola secondaria di Dano) per l’alto valore di esempio che essa, grazie alle istanze che la animano e agli esiti che consegue, viene ad avere nell’attuale momento storico.


Residenze per gli insegnanti

Gando (Burkina Faso), 2003

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La costruzione delle residenze per gli insegnanti è seguita a quella della scuola elementare, di cui si è voluta eguagliare la qualità. L’obiettivo era di offrire un comfort paragonabile a quello cui è abituata la gente di città, per incentivare gli insegnanti a trasferirsi in campagna. Le case sono concepite come moduli per meglio rispondere ai bisogni dei loro abitanti e per integrarle nella vita del villaggio, così da risultare attraenti e confortevoli anche per la gente del posto. Quanto a dimensioni, il modulo di base è paragonabile allo spazio abitativo invalso nella tradizione locale. Singoli moduli possono essere combinati variamente per comporre unità più ampie, ciascuna delle quali consiste nell’abitazione per il docente e la sua famiglia e in un cortile provvisto di un locale per le docce e i servizi igienici. La disposizione a schiera e la sequenza coordinata di spazi aperti o semiaperti rinvia alle strutture agricole utilizzate nella pianificazione urbana, mentre le case offrono una rivisitazione dell’architettura tradizionale rurale. Si è evitato di usare il legno per diminuire il rischio di incendi e perché difficilmente reperibile per scopi edilizi. Una copertura metallica era perciò preferibile, anche perché immune alle termiti, ma essendo piuttosto costosa, si è cercata una soluzione che integrasse materiali locali. Le pareti in adobe, spesse 40 cm, sono impostate su fondazioni di cemento combinato a conci di granito, così da proteggerle dall’umidità ascendente. Su queste pareti poggia la volta, pure in argilla. I tetti di spessore ridotto sono diventati molto popolari e stanno lentamente soppiantando i tradizionali tetti di paglia. E tuttavia la mancanza di conoscenze tecniche e di abilità artigianale in questo campo producono case dalle pessime condizioni climatiche. La copertura voltata in argilla contribuisce invece a evitare il surriscaldamento dei locali, che durante il giorno rimangono gradevolmente freschi. I tetti sono di due diverse dimensioni, così che tra le due coperture si forma un’apertura che favorisce la ventilazione e l’illuminazione degli ambienti.
L’intervento non è ancora del tutto concluso, prevedendo ulteriori sviluppi e migliorie, ad esempio riguardo alla protezione dalle intemperie. E nondimeno si sono già trovati degli emuli disposti a seguire questo modello nella costruzione delle loro case. La scuola e le abitazioni degli insegnanti sono del resto la testimonianza dell’impegno fattivo, intenso ed entusiasta della gente di Gando. Si tratta di progetti realizzati, con piena consapevolezza e senso di responsabilità, dalle donne, dagli uomini e dai bambini del villaggio.

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti. © Foto di Enrico Cano

Residenze per gli insegnanti

Residenze per gli insegnanti

Residenze per gli insegnanti

Residenze per gli insegnanti


Scuola secondaria

Dano (Burkina Faso), 2007

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L’edificio, ampliamento di un complesso scolastico preesistente, è situato ai margini di una piccola cittadina del Burkina Faso. Il progetto utilizza materiali locali ed è improntato a criteri di sostenibilità ambientale per rispondere alle specifiche condizioni climatiche. Il nuovo edificio chiude, con la sua pianta a L, l’angolo meridionale del complesso scolastico ed è orientato in modo tale da ridurre l’insolazione delle pareti, a loro volta ombreggiate da una copertura dal profilo ondulato. Nel nuovo fabbricato trovano posto tre aule, degli uffici e un’aula informatica. Una piccola arena ovale, situata all’aperto ma riparata dal tetto, funge da area di ricreazione. L’edificio ha una copertura inclinata in forte aggetto, il cui ritmo ondulato dialoga con la composizione ortogonale dei volumi sottostanti. Le pareti sono realizzate in blocchi di laterite saldati da sottili fughe di malta cementizia, formando setti portanti di 30 cm di spessore, impostati su platee di granito. Alle finestre, sottili persiane dai colori vivaci distinguono le attività che si svolgono nei diversi ambienti. Il tetto poggia su una sequenza di tralicci larghi 3 m, realizzati saldando barre metalliche di 14 mm e 16 mm. Una lamiera ondulata, fissata ai supporti, funge da copertura. Il suo ritmo è replicato, nelle aule, da un soffitto sospeso convesso. Le aperture che vi sono praticate favoriscono il ricambio dell’aria. Realizzato in conci di cemento sospesi a sottili profili metallici, il plafone è dipinto di bianco per diffondere la luce nelle aule. Il processo di costruzione ha consentito agli artigiani locali di acquisire dimestichezza con le nuove tecniche, assicurando l’assimilazione di questi metodi costruttivi in seno alla comunità.

Scuola secondaria. © Foto di Enrico Cano

Scuola secondaria. © Foto di Enrico Cano

Scuola secondaria. © Foto di Enrico Cano

Scuola secondaria. © Foto di Enrico Cano

Scuola secondaria. © Foto di Enrico Cano

Scuola secondaria

Scuola secondaria

Scuola secondaria

Scuola secondaria


Ampliamento della scuola elementare

Gando (Burkina Faso)
, 2008

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L’ampliamento della scuola elementare di Gando è esito del successo conosciuto dal primo edificio, portato a termine nel 2001 e destinato a 120 allievi. Grazie alla sua elevata qualità e alla forte identificazione dell’intera comunità con l’edificio, due anni dopo il numero dei potenziali allievi era già asceso a 260, rendendo inevitabile un ampliamento. Il progetto ha seguito i medesimi principi bioclimatici dell’edificio originario, traducendoli però diversamente. Invece del soffitto massivo usato nel primo caso, si è qui ricorso a una volta provvista di spiracoli per evacuare l’aria calda e illuminare l’ambiente. Ragioni climatiche hanno indotto a integrare nella volta parti cave: l’aria ivi contenuta funge infatti da cuscinetto e limita il surriscaldamento dell’aula. La protezione dagli agenti atmosferici è garantita, anche in questo caso, da un tetto in metallo d’ampio aggetto. Riscaldandosi per l’azione del sole, il tetto di lamiera favorisce la ventilazione tra le due coperture, facilitando l’evacuazione dell’aria surriscaldata e dunque fungendo da motore del sistema di ventilazione naturale. Quanto alla partecipazione della gente alla costruzione dell’edificio, vi è stata una grande novità rispetto all’esperienza precedente. Durante il cantiere, infatti, anche gli abitanti dei villaggi vicini sono venuti a dare una mano. Si tratta di un fatto eccezionale, che segna una svolta nella percezione stessa della comunità. Mai prima di allora il progetto di una scuola aveva suscitato nella regione una simile attesa. Le stesse autorità centrali, sorprese dall’eccezionale interesse mostrato dalla gente, stanno cercando le risorse necessarie a sostenere a lungo termine progetti analoghi.

Ampliamento della scuola elementare. © Foto di Enrico Cano

Ampliamento della scuola elementare. © Foto di Enrico Cano

Ampliamento della scuola elementare. © Foto di Enrico Cano

Ampliamento della scuola elementare. © Foto di Enrico Cano

Ampliamento della scuola elementare. © Foto di Enrico Cano

Ampliamento della scuola elementare

Ampliamento della scuola elementare

Ampliamento della scuola elementare

Ampliamento della scuola elementare

Ampliamento della scuola elementare

© Video di Daniele Marucci

© Video di Daniele Marucci

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